Un giorno, circa dieci anni fa, mi trovavo a casa mia in compagnia di una parente e di sua figlia. Ebbi l’occasione per sperimentare davanti a un pubblico un trucco di magia che avevo elaborato. Il trucco si basava su un procedimento matematico applicato alle carte da gioco.
L’unica incertezza per me era che a un certo momento avrei diviso il mazzo in due e avrei lasciato la scelta alla ragazza. Memore di corsi di programmazione neuro-linguistica, diedi un’occhiata in direzione del mazzo contenente la carta scelta.
Fatto sta che la ragazza scelse proprio quel mazzo e fui in grado di recuperare la carta che aveva scelto lei, per il grande stupore suo e della madre.
Ma l’effetto di magia generò un po’ di stupore anche in me. Non capivo come avesse fatto la ragazza a scegliere il mazzo contenente la carta. Forse era stata indotta dal mio celere sguardo in quella direzione? Forse aveva scelto a caso ed era andata bene? Forse aveva delle doti magiche più elaborate delle mie?
Non lo saprò mai. E proprio in questo sta la magia, oltre ogni trucco e preparazione.