Tutto iniziò con l’appuntamento al terzo piano di un grattacielo residenziale di Miami, Florida. Era il 5 giugno 1985. Il clima era caldo e forse un po’ troppo afoso per Tiago Carthago. Non contento di ciò che aveva appena fatto, iniziò a sparare di nuovo.
La sua prossima vittima fu un uomo di 44 anni che ebbe la sfortuna di trovarsi proprio lì, vicino alla porta dell’appartamento, a quell’ora precisa. Erano le 7:45 del mattino. Poi, con un sorriso nemmeno dissimulato, Tiago Carthago si rimise gli occhiali da sole e uscì dal grattacielo come se nulla fosse accaduto.
Fatto ciò, egli si recò alla biblioteca del distretto per consultare un libro contenente alcune informazioni molto rilevanti per lui. Prese in mano il volume e iniziò a sfogliarlo a caso. Si soffermò sulle prime pagine dove troneggiava nero su bianco un titolo in caratteri gotici: “Incipit”.
Lesse con molto interesse la frase iniziale che seguiva il titolo: “Ogni uomo ha il diritto di vivere se non intralcia la libertà e la potenza di chi sa farsi rispettare. Questo libro è stato scritto per te, come un promemoria delle azioni che dovrai compiere per farti veramente rispettare in questo mondo vile.”
Tiago Carthago era compiaciuto da ciò che leggeva. Le frasi del libro lo facevano sentire speciale, importante, degno di nota. Degno di vivere. Degno di uccidere. Degno di lavorare per una delle agenzie più prestigiose del Paese.
In fondo, pensò, egli non lavorava che per sé. Il lavoro per l’agenzia gli permetteva di fare ciò che aveva sempre desiderato, così Tiago Carthago pensò di aver fatto un buon affare lavorando per loro. Uno stipendio onestamente guadagnato e dei bonus preziosi per ogni operazione speciale.
Stava ancora alla biblioteca, assorto nella lettura casuale delle pagine del romanzo, quando voltò la pagina e vide le seguenti parole: “Anche tu morirai, ben presto!” Tiago Carthago si fermò un attimo, come assorto nei suoi pensieri.
“Solo le Forze dell’Ordine potrebbero farmi fuori, ma io faccio parte delle Forze dell’Ordine”, pensò Tiago Carthago, mentre sorseggiava un caffè fuori dalla biblioteca, in un lussuoso bar, all’ombra di una palma. Nonostante la leggera brezza che accarezzava il suo volto, quella frase del libro lo rendeva cupo e nervoso.
Bisogna dire che egli si dava molto da fare per l’agenzia, era molto meticoloso nella preparazione delle operazioni e si fermava a riflettere alla sua condizione solo in occasioni molto rare, perché il proprio lavoro lo assorbiva quasi totalmente, giorno e notte.
Pagò il conto e si allontanò dal bar. Passeggiò brevemente lungo il viale di palme per poi tornare all’hotel. Ma quella frase del libro non lo lasciava stare. Non si era mai sentito così insicuro. Così, appena tornato in hotel, prese il telefono e compose il numero del suo superiore all’agenzia.
“Missione compiuta”, disse, quando il superiore rispose al telefono. Di colpo, lasciò cadere la cornetta del telefono e cadde per terra. Tiago Carthago non capiva ciò che gli stava succedendo. Era confuso e non percepiva nessun dolore. Poi vide una luce intensa, bianca come la luce del sole.
Allora capì cosa gli stava succedendo. Questa volta, il libro aveva vinto. Per sempre.
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